San Bernardino

Massa Marittima

Bernardino nacque l’8 settembre 1380 a Massa Marittima dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano in giovane età, fu allevato inizialmente dalla zia a Massa, poi si traferì a Siena, dove studiò grammatica, retorica e diritto canonico. Poco dopo, intorno ai 20 anni, si iscriverà alla Compagnia dei battuti della Beata Vergine presso l’ospedale della Madonna della Scala in Siena abbandonando la vita mondana, e organizzando con alcuni compagni l’assistenza ai malati. A 22 anni entrò nell’Ordine dei frati minori, abbracciando la pratica francescana in tutto il suo rigore e mostrando, in più, una decisa propensione alla vita eremitica. Determinanti furono, in questo periodo, le letture dedicate, oltre ai padri della chiesa, alle opere di scrittori e pensatori che, almeno ufficialmente, erano al bando o malvisti, come lacopone da Todi, Ubertino da Casale e Pietro di Giovanni Olivi. In questi anni di gioventù inizia saltuariamente l’attività di predicazione, limitata al territorio senese e amiatino. Dopo essersi ammalato di peste, e aver passato tre anni di raccoglimento spirituale a Pavia, inizia ufficialmente nel 1417 quell’opera di predicazione che lo portò dalla Liguria, in Piemonte, in Lombardia, e che lo rese famoso. In questi anni avrà modo di perfezionare una tecnica elocutoria che valorizzerà al massimo le pratiche consuete dello spirito francescano: dopo l’enunciazione del tema indicato dal passo biblico scelto per l’occasione, lo svolgimento è semplice e ricco sempre di riferimenti alla realtà concreta della vita, colta nella sua immediatezza. Mentre era in viaggio verso il Regno di Napoli morì, all’Aquila, il 20 maggio 1444.

Il contatto col mondo contadino maremmano, e le esigenze di comunicazione di impronta francescana, insegnano a Bernardino a predicare per farsi comprendere, con espressioni, immagini e aneddoti capaci di colpire l’attenzione di quella gente, e nella sua predicazione le metafore legate all’agricoltura tornano spesso per indicare la nascita e la diffusione del peccato nel cuore dell’uomo: «Vedesti mai di verno lo scardiccione? Egli nacque con la spina piccola piccola, e a poco a poco è cresciuta la spina e fatta dura. Così voglio dire d’un popolo, i quali odono e consentono alle divisioni e alle parti che fanno». Ma in generale i riferimenti ad una conoscenza dei fenomeni naturali da realizzare attraverso i sensi, e l’abitudine del contatto col mondo naturale, rappresentato dal lavoro delle mani, (elementi riconducibili alle origini maremmane), attraversano il suo racconto:«Io quando capito in una terra, subito mi viene alle mani ogni bene e ogni male che vi si fa. Egli mi viene alle mani ogni cosa odorifera, ogni puzza: per qualche modo si conviene che mi capiti alle mani, o per un modo o per un altro; e non già per confessioni ch’io facci; imperocché da dieci anni in qua, io ho saputo qualche cosa di questo mondo». E ancora, secondo una logica che accoppia valutazione morale, metafora naturale e simbologia tratta dal mondo del lavoro:«Vedesti tu mai appiccare ferro con ferro rovito? Si. Mai non s’appicca se non si piglia insieme l’uno sopra l’altro (…). Così fa la mala lingua del diavolo. O frabbo! Sai, quella terra rossa quando la poni sopra il ferro? Oh quella è che fa bene a appiccarlo. Che significa? Che il sangue fa appiccare l’uno coll’altro».

Queste origini non furono quindi solo alimento per la predicazione ma anche motivi di appartenenza, se è vero che Bernardino rifiutò la nomina a vescovo di Siena perché conosceva i conflitti che c’erano tra questa e Grosseto. Eppure per questa semplicità d’origini e d’eloquio spesso Bernardino venne anche osteggiato, nonostante la grande fama raggiunta in vita. Durante il soggiorno romano ad esempio lo avevano combattuto molti avversari che mettevano in questione il suo discorso perché troppo popolare, come «messer tristo e dottorato», cioè chi «aveva capito a mezzo e gli pareva di aver capito troppo» e «i grandi maestri […] che talvolta una paglia […] la fanno pesare più che non pesa la Montamiata». Del resto proprio a partire da queste origini decentrate e provinciali, come suggerisce Pietro Bargellini, deriverà la capacità del predicatore di comprendere e giudicare i mali della città, affrontati con passione e durezza: l’usuraio è «una belva dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero», l’avaro «sbudellerebbe Cristo per far corde di lenti» e i padri e le madri che «allevano figli buoni a nulla, li mandano in giro in giornea con la zazzera», per poi abbandonarli nelle mani dei peggiori corruttori.